Attendere è l'infinito del verbo “amare”
Attendere: infinito del verbo amare. Solo le madri sanno come si attende. E infatti il vangelo ci offre, mentre il Natale è qui, la guida di due donne in attesa. Maria si mise in viaggio in fretta. Ecco il genio femminile: l'alleanza con un'altra donna, Elisabetta. Da sola non sa se ce la farebbe a portare il peso del mistero, del miracolo. Invece insieme faranno rinascere la casa di Dio. Maria va leggera, portata dal futuro che è in lei, e insieme pesante di vita nuova, di quel peso dolce che mette le ali e fa nascere il canto: una giovane donna che emana libertà e apertura. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. L'anziana, anche lei catturata dal miracolo, benedice la giovane: benedetta tu fra le donne, che sono tutte benedette. Dove Dio giunge, scende una benedizione, che è una forza di vita che dilaga dall'alto, che produce crescita d'umano e di futuro, come nella prima di tutte le benedizioni: Dio li benedisse dicendo «crescete e moltiplicatevi» (Gen 1,28). Due donne sono i primi profeti del nuovo testamento, e le immagino avvicinarsi «a braccia aperte,/ inizio di un cerchio / che un amore più vasto / compirà» (Margherita Guidacci). Il canto del magnificat non nasce nella solitudine, ma nell'abbraccio di due donne, nello spazio degli affetti. Le relazioni umane sono il sacramento di Dio quaggiù. Magnifica l'anima mia il Signore. Maria canta il «più grande canto rivoluzionario d'avvento» (D. Bonhoeffer), coinvolge poveri e ricchi, potenti e umili, sazi e affamati di vita nel sogno di un mondo nuovo. Mi riempie di gioia il fatto che in Maria, la prima dei credenti, la visita di Dio abbia l'effetto di una musica, di una lieta energia. Mentre noi sentiamo la prossimità di Dio come un dito puntato, come un esame da superare, Maria sente Dio venire come un tuffo al cuore, come un passo di danza a due, una stanchezza finita per sempre, un vento che fa fremere la vela del futuro. È così bello che la presenza di Dio produca l'effetto di una forza di giustizia dirompente, che scardina la storia, che investe il mondo dei poveri e dei ricchi e lo capovolge: quelli che si fidano della forza sono senza troni, i piccoli hanno il nido nella mani di Dio. Il Vangelo, raccontando la visita di Maria ad Elisabetta, racconta anche che ogni nostro cammino verso l'altro, tutte le nostre visite, fatte o accolte, hanno il passo di Dio e il sapore di una benedizione. Il Natale è la celebrazione della santità che c'è in ogni carne, la certezza che ogni corpo è una finestra di cielo, che l'uomo ha Dio nel sangue; che dentro il battito umile e testardo del suo cuore batte - come nelle madri in attesa- un altro cuore, e non si spegnerà più.
Il cammino sinodale continua nelle collaborazioni
Carissimi operatori pastorali e membri del Consiglio pastorale parrocchiale vi raggiungo con questo messaggio per ricordarvi che continua il cammino sinodale di discernimento sulla volontà di Dio sulla nostra vita di fede. A tale proposito vi invito a contattarmi per ricevere il secondo sussidio preparato dalla diocesi con le indicazioni per il discernimento comunitario sulle tre scelte: ·Curare l’accoglienza e l’inserimento delle nuove coppie nella comunità cristiana. · Incrementare “stili di vita” maggiormente evangelici. ·Curare una conversione alla prossimità. Ogni membro del CPP si senta coinvolto e responsabile in questo delicato momento della storia della chiesa e della nostra comunità. Le opportunità che si presentano di fronte interpellano tutti, consacrati e laici, e tutti si devono impegnare per trasmettere la fede alle nuove generazioni, trovando nuove strade per incarnare il Vangelo di Gesù Cristo. All’interno del sussidio ti invito a leggere da pag. 5 a pag. 26 e a rispondere per scritto alle domande che trovi a pag. 25 e 26. Questa preparazione personale ci permetterà di essere più snelli nel lavoro di gruppo e più profondi nella condivisione. Prima di rispondere alle domande invoca lo Spirito Santo con una preghiera che trovi a pag. 53-56 e mantieni un dialogo con Dio mentre affronti la tematica proposta. Non sentire questa proposta come un esercizio scolastico, ma come un’opportunità per esercitare il tuo ministero all’interno della parrocchia nella quale stai vivendo.
Gli appuntamenti che ci vedranno coinvolti per il cammino sinodale saranno i seguenti e coinvolgeranno i membri del CPP e tutti gli operatori pastorali che desiderano unirsi al nostro impegno: ·
5 febbraio ad Altivole insieme ai membri dei CPP di tutta la Collaborazione di Riese Altivole. In questo incontro rifletteremo sulla prima scelta (pag. 15-26 del sussidio n 2). ·
4 marzo a Vallà per i membri del CPP e per tutti gli operatori pastorali interessati di Poggiana e Vallà. (pag. 27-37 del sussidio n 2).
8 aprile a Poggiana per i membri del CPP e per tutti gli operatori pastorali interessati di Poggiana e Vallà. (pag. 39-48 del sussidio n 2)
Iniziative di carità
Ricordo al centro della chiesa la cassetta che raccoglie offerte per l’infanzia missionaria. Questa iniziativa è promossa dalla chiesa universale ed e un modo concreto per iniziare l’anno civile nella solidarietà con i bambini poveri. Nella celebrazione del pomeriggio raccogliamo i salvadanai consegnati ai ragazzi del catechismo all’inizio dell’Avvento. Da Lunedì 7 a venerdì 11 il parroco sarà assente dalla parrocchia per un corso di esercizi spirituali. Telefonare solo per questioni urgenti. È gradito un ricordo nella preghiera affinché l’esperienza spirituale possa essere fruttuosa per la fede del parroco e porti così beneficio anche per la comunità.
I potenti alzano barriere, Dio le supera
Una pagina solenne, quasi maestosa dà avvio al racconto dell'attività pubblica di Gesù. Un lungo elenco di re e sacerdoti a tracciare la mappa del potere politico e religioso dell'epoca, e poi, improvvisamente, il dirottamento, la svolta. La Parola di Dio vola via dal tempio e dalle grandi capitali, dal sacerdozio e dalle stanze del potere, e raggiunge un giovane, figlio di sacerdoti e amico del deserto, del vento senza ostacoli, del silenzio vigile, dove ogni sussurro raggiunge il cuore. Giovanni, non ancora trent'anni, ha già imparato che le uniche parole vere sono quelle diventate carne e sangue. Che non si tirano fuori da una tasca, già pronte, ma dalle viscere, quelle che ti hanno fatto patire e gioire. Ecco, la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto. Non è l'annunciatore che porta l'annuncio, è l'annuncio che lo porta, lo incalza, lo sospinge: e percorreva tutta la regione del Giordano. La parola di Dio è sempre in volo in cerca di uomini e donne, semplici e veri, per creare inizi e processi nuovi. Raddrizzate, appianate, colmate... Quel giovane profeta un po' selvatico dipinge un paesaggio aspro e difficile, che ha i tratti duri e violenti della storia: ogni violenza, ogni esclusione e ingiustizia sono un burrone da colmare. Ma è anche la nostra geografia interiore: una mappa di ferite mai guarite, di abbandoni patiti o inflitti, le paure, le solitudini, il disamore... C'è del lavoro da fare, un lavoro enorme: spianare e colmare, per diventare semplici e diritti. E se non sarò mai una superstrada, non importa, sarò un piccolo sentiero nel sole. Vangelo che conforta: – anche se i potenti del mondo alzano barriere, cortine di bugie, muri ai confini, Dio trova la strada per raggiungere proprio me e posarmi la mano sulla spalla, la parola nel grembo, niente lo ferma; – chi conta davvero nella storia? Chi risiede in una reggia? Erode sarà ricordato solo perché ha tentato di uccidere quel bambino; Pilato perché l'ha condannato. Conta davvero chi si lascia abitare dal sogno di Dio, dalla sua parola. L'ultima riga del Vangelo è bellissima: ogni uomo vedrà la salvezza. Ogni uomo? Sì, esattamente questo. Dio vuole che tutti siano salvi, e non si fermerà davanti a burroni o montagne, neppure davanti alla tortuosità del mio passato o ai cocci della mia vita. Una delle frasi più impressionanti del Concilio Vaticano Secondo afferma: «Ogni uomo che fa esperienza dell'amore, viene in contatto con il Mistero di Cristo in un modo che noi non conosciamo» (Gaudium et spes 22). Cristo raggiunge ogni uomo, tutti gli uomini, e l'amore è la sua strada. E nulla vi è di genuinamente umano che non raggiunga a sua volta il cuore di Dio.
Nonostante tutto, la storia è un itinerario di salvezza
Ci saranno segni nel sole, nella luna, nelle stelle. Il vangelo di Luca oggi non vuole raccontare la fine del mondo, ma il mistero del mondo; ci prende per mano, ci porta fuori dalla porta di casa, a guardare in alto, a percepire il cosmo pulsare attorno a noi, immensa vita che patisce, soffre, si contorce come una partoriente (Is13,8), ma per produrre vita. Ad ogni descrizione drammatica, segue un punto di rottura, un tornante che apre l'orizzonte, lo sfondamento della speranza e tutto cambia: ma voi risollevatevi e alzate il capo, la liberazione è vicina. Anche nel caos della storia e nelle tempeste dell'esistenza, il vento di Dio è sopra il mio veliero. State attenti a voi stessi, che il cuore non diventi pesante! Verrà un momento in cui ci sentiremo col cuore pesante. Ho provato anch'io il morso dello sconforto, per me e per il mondo, ma non gli permetterò più di sedersi alla mia tavola e di mangiare nel mio piatto. Perché fin dentro i muscoli e le ossa io so una cosa: che non può esserci disperazione finché custodisco la testarda fedeltà all'idea che la storia è, nonostante tutte le smentite, un processo di salvezza. Il dono dell'Avvento è un cuore leggero come la fiducia, quanto la speranza; non la leggerezza della piuma sbattuta dal vento, ma quella dell'uccello che fende l'aria e si serve del vento per andare più lontano. E poi un cuore attento, che legga la storia come un grembo di nascite: questo mondo porta un altro mondo nel grembo, un sogno da trasformare in vita, perché non si ammali. Vivete con attenzione, state attenti alle piccole enormi cose della vita. Scrive Etty Hillesum dal campo di sterminio: «Esisterà pur sempre anche qui un pezzetto di cielo che si potrà guardare, e abbastanza spazio dentro di me per poter congiungere le mani nella preghiera». I Vangeli d'Avvento usano questo doppio registro: fanno levare il capo verso le cose ultime, verso Colui-che-si-fa-vicino, e poi abbassare gli occhi verso le cose di qui, dentro e attorno a noi. Lo fanno per aiutarci a vivere attenti, ad abitare la terra con passo leggero, custodi dei giorni e pellegrini dell'eterno, guardando negli occhi le creature e fissando gli abissi del cosmo, attenti al venire di Dio e al cuore che si fa stanco. Pronti ad un abbraccio che lo alleggerisca di nuovo, e lo renda potente e leggero come un germoglio. Avvento: la vita è non è una costruzione solida, precisa, finita, ma è una realtà germinante (R. Guardini), fatta anche e soprattutto di germogli, a cui non ti puoi aggrappare, che non ti possono dare sicurezze, ma che regalano un sapore di nascite e di primavera, il profumo della bambina speranza (Péguy).
Esperienza “Vangelo nelle case”
Inizia anche nella nostra parrocchia l’ascolto della Parola di Dio nelle famiglie con due gruppi che si ritrovano nella famiglia di Stocco Loris e nella famiglia di Baggio Renato. Nel periodo di Avvento ci saranno due incontri: martedì 27/11 e 18/12 alle ore 20.30. La bellezza di questa esperienza consiste nella possibilità di poter conoscere Gesù attraverso l’approfondimento del Vangelo di Marco e di condividere con chi partecipa quanto la Parola suggerisce. In questo clima di fraternità spirituale l’augurio è che si possa aprire il cuore ad altre persone lontane dalla fede e aiutarle a conoscere quel Gesù che ha conquistato il nostro cuore.
Vi aspettiamo in molti a condivide questa esperienza di fede. Moderatori di questi due gruppi saranno Pia Mazzocca e Lucietti Sonia.
Iniziative dell'Avvento
Il Tempo di Avvento ha una doppia caratteristica: è tempo di preparazione alla solennità del Natale, in cui si ricorda la prima venuta del Figlio di Dio fra gli uomini, e contemporaneamente è il tempo in cui, attraverso tale ricordo, lo spirito viene guidato all'attesa della seconda venuta del Cristo alla fine dei tempi. In questo tempo di preparazione al Natale punteremo la nostra attenzione sull’ascolto della Parola di Dio attraverso l’esperienza “Vangelo nelle case” e sull’esercizio della carità verso le persone più povere. Al centro della chiesa la cassetta per l’iniziativa “ un posto a tavola” e nella cesta della carità si potranno portare prodotti a lunga conservazione. La prossima domenica raccoglieremo per le famiglie bisognose del nostro territorio olio, tonno, farina ...
Pellegrinaggio nell'Armenia biblica
Dal 4 al 12/6/2019. 5 buoni motivi per partecipare: 1. l’Armenia è un paese da poco aperto al turismo, dove il turista è accolto come un Ospite; 2. è un paese antichissimo, ricco di storia e cultura, ma ancora da scoprire benché sia spesso definito “un Museo all’aria aperta”; 3. è il Paese che accolse gli insegnamenti di Gesù fin dalla predicazione degli apostoli Giuda Taddeo e Bartolomeo; 4. è il Paese ove lo splendore della Fede si manifesta nelle cattedrali e nelle chiese della capitale Erevan e nei Monasteri diffusi in tutto il territorio; 5. è il Paese dal quale si ritorna arricchiti culturalmente, spiritualmente ed anche umanamente, per il calore del suo popolo, ospitale, colto, umile ma fiero ed orgoglioso. Il programma è disponibile in sacrestia a Riese e sul sito parrocchiale.
Attendiamo prenotazioni in canonica a Riese entro Natale, con un acconto di € 100.
Un nuovo regno, dove il più potente è colui che serve
Osserviamo la scena: due poteri uno di fronte all'altro; Pilato e il potere inesorabile dell'impero; Gesù, un giovane uomo disarmato e prigioniero. Pilato, onnipotente in Gerusalemme, ha paura; ed è per paura che consegnerà Gesù alla morte, contro la sua stessa convinzione: non trovo in lui motivo di condanna. Con Gesù invece arriva un'aria di libertà e di fierezza, lui non si è mai fatto comprare da nessuno, mai condizionare. Chi dei due è più potente? Chi è più libero, chi è più uomo? Per due volte Pilato domanda: sei tu il re dei Giudei? Tu sei re? Cerca di capire chi ha davanti, quel Galileo che non lascia indifferente nessuno in città, che il sinedrio odia con tutte le sue forze e che vuole eliminare. Possibile che sia un pericolo per Roma? Gesù risponde con una domanda: è il tuo pensiero o il pensiero di altri? Come se gli dicesse: guardati dentro, Pilato. Sei un uomo libero o sei manipolato? E cerca di portare Pilato su di un'altra sfera: il mio regno non è di questo mondo. Ci sono due mondi, io sono dell'altro. Che è differente, è ad un'altra latitudine del cuore. Il tuo palazzo è circondato di soldati, il tuo potere ha un'anima di violenza e di guerra, perché i regni di quaggiù, si combattono. Il potere di quaggiù si nutre di violenza e produce morte. Il mio mondo è quello dell'amore e del servizio che producono vita. Per i regni di quaggiù, per il cuore di quaggiù, l'essenziale è vincere, nel mio Regno il più grande è colui che serve. Gesù non ha mai assoldato mercenari o arruolato eserciti, non è mai entrato nei palazzi dei potenti, se non da prigioniero. Metti via la spada ha detto a Pietro, altrimenti avrà ragione sempre il più forte, il più violento, il più armato, il più crudele. La parola di Gesù è vera proprio perché disarmata, non ha altra forza che la sua luce. La potenza di Gesù è di essere privo di potenza, nudo, povero. La sua regalità è di essere il più umano, il più ricco in umanità, il volto alto dell'uomo, che è un amore diventato visibile. Sono venuto per rendere testimonianza alla verità. Gli dice Pilato: che cos'è la verità? La verità non è qualcosa che si ha, ma qualcosa che si è. Pilato avrebbe dovuto formulare in altro modo la domanda: chi è la verità? È lì davanti, la verità, è quell'uomo in cui le parole più belle del mondo sono diventate carne e sangue, per questo sono vere. Venga il tuo Regno, noi preghiamo. Eppure il Regno è già venuto, è già qui come stella del mattino, ma verrà come un meriggio pieno di sole; è già venuto come granello di senapa e verrà come albero forte, colmo di nidi. È venuto come piccola luce sepolta, che io devo liberare perché diventi il mio destino.
Il Signore è vicino: vitale e nuovo come la primavera
L'universo è fragile nella sua grande bellezza: in quei giorni, il sole si oscurerà, la luna si spegnerà, le stelle cadranno dal cielo... Eppure non è questa l'ultima verità delle parole di Gesù: se ogni giorno c'è un mondo che muore, ogni giorno c'è anche un mondo che nasce, un germoglio che spunta, foglioline di fico che annunciano l'estate. Quante volte si è spento il sole, le stelle sono cadute a grappoli dal nostro cielo, lasciandoci vuoti, poveri, senza sogni: una disgrazia, una delusione, la morte di una persona cara, una sconfitta nell'amore. Fu necessario ripartire, un'infinita pazienza di ricominciare, guardare oltre l'inverno, all'estate che inizia con il quasi niente, una gemma su un ramo, guardare «alla speranza che viene a noi vestita di stracci perché le confezioniamo un abito da festa» (P. Ricoeur). Gesù non ama la paura (la sua umanissima pedagogia è semplice: non avere paura, non fare paura, liberare dalla paura), vuole raccontare non la fine ma il fine della storia: Dio è vicino, è qui; bello, vitale e nuovo come la primavera del cosmo. Dalla pianta di fico imparate: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l'estate è vicina. Gesù ci porta alla scuola delle piante, del fico, del germoglio, perché le leggi dello spirito e le leggi profonde della creazione coincidono. Così un albero e le sue gemme diventano personaggi di una rivelazione. «Ogni essere vivente, ogni cosa, perfino il granello di polvere è un messaggio di Dio» (Laudato si'). Imparate dalla sapienza degli alberi: quando il ramo si fa tenero, l'intenerirsi del ramo lo puoi percepire toccando; l'ammorbidirsi per la linfa che riprende a gonfiare i suoi piccoli canali non è all'occhio che si rivela, ma al tatto: vai vicino, tocca con mano. I sensi sono il nostro radar per addentrarci nella sapienza del mondo. Toccate. Guardate. Anzi: contemplate. E spuntano le foglie: piccole gemme che l'albero spinge fuori, che erompono al sole e all'aria, come un minimo parto, da dentro a fuori. Voi capite che l'estate è vicina. In realtà le gemme indicano la primavera, che però in Palestina è brevissima, pochi giorni ed è subito estate. Così anche voi sappiate che egli è vicino, alle porte. Da una gemma di fico imparate il futuro del mondo: «che non compiuto così com'è, ma è qualcosa che deve svilupparsi ancora oltre, e che deve essere inteso più in profondità. Il mondo è una realtà germinante» (R. Guardini), incamminata verso una pienezza profumata di frutti. Da una gemma imparate il futuro di Dio: che sta alla porta, e bussa; viene non come un dito puntato, ma come un abbraccio; non portando un'accusa ma un germogliare di vita.
Il cammino Sinodale continua …
Come mai questo tempo non sapete valutarlo (Lc. 12,56).
Il cammino sinodale continua nei consigli pastorali parrocchiali e nei consigli di collaborazione attraverso un itinerario di discernimento comunitario che ci aiuterà a capire quanto lo Spirito Santo sta suggerendo alla Chiesa in questa epoca storica apparentemente arida sotto il profilo spirituale. Sicuramente il Padre, che ama i suoi figli, saprà stupirci con il suo progetto di salvezza. Ci aspettano due appuntamenti prima di Natale per tutti i membri del Consiglio Pastorale parrocchiale e per quanti desiderano aggiungersi a questa importante riflessione: · Giovedì 15/11 ore 20.30 in Canonica a Poggiana dove affronteremo il lavoro proposto dal primo sussidio preparato dal nostro vescovo; · Martedì 4/12 in Oratorio a Riese con tutti i Consigli Parrocchiali della Collaborazione Riese-Altivole sul tema del “Discernimento” dove interverrà don Sandro Dalle Fratte
Domenica 18/11: Giornata mondiale del povero
Anche quest’anno la Caritas inter-parrocchiale propone l’iniziativa: “Scambio della cena”. Nel mondo più di due terzi della popolazione vive mangiando l’equivalente di 100 grammi di riso al giorno. La Caritas ha pensato di proporre una forma di solidarietà che permette di sensibilizzarci rispetto al resto dell’umanità, ossia a tutti i cristiani di Vallà e Poggiana si propone l’iniziativa dello “scambio della cena”. Per un giorno cioè mangiare solo 100 grammi di riso a testa procurati presso le proprie parrocchie sabato 17 e domenica 18 Novembre in occasione delle messe offrendo il corrispondente che normalmente si spenderebbe per una cena normale. Il ricavato andrà a sostenere un progetto di carità: aiuta un bambino a frequentare la scuola dell’infanzia. Ci sono infatti bambini che non possono frequentare l’asilo perché le famiglie hanno scarse disponibilità economiche.
Sabato 24/11: Ritiro adulti in preparazione Avvento
Organizziamo un ritiro per gli adulti presso la Casa Marina delle Dimesse a Cavallino Treporti (Ve). Catechesi del nostro parroco: “La tenerezza di Dio nell’incarnazione vista attraverso l’Arte”. S. Messa e pranzo nel centro.
Partenza ore 7.20 da Poggiana, 7.30 da Vallà - Rientro ore 16.30 Costo: € 35 con versamento di un quota di € 10,00. Disponibilità: 50 posti.
Iscrizioni fino al 18/11 per Vallà: Lucietti Sonia 3333625638, Didonè Valeria 3482601920, Sbeghen Assunta 3349949971, Marinetto Anna 0423746116 Per Poggiana: Deborah Ceron 3474773103, Bruna Cremasco 3339929965
L’amore in perdita, senza calcoli, della vedova povera
Marco 12, 38-44
Il brano è costruito come una contrapposizione tra gli scribi, i teologi ufficiali potenti e temuti, e una donna senza nome, vedova e povera, senza difese e senza parole, che però detta la melodia del vivere, maestra di fede. Donna nel bisogno, e per questo porta di Dio, breccia per il suo intervento. Nella Bibbia, vedove, orfani e stranieri, compongono la triade dei senza difesa. E allora è Dio che interviene prendendo le loro difese, entrando negli interstizi del dolore. Gesù ha sempre mostrato una predilezione particolare per le donne sole. Al tempio, questa maestra senza parole, che non ha titolo per insegnare, che ha solo la fede e la sapienza del vivere che sa di pane e di lacrime, raccolta tra le pieghe dolenti della vita, scalza dal pulpito i sacerdoti, dalla cattedra i teologi, per una lezione fondamentale: abitare il mondo non secondo il criterio della quantità, ma del cuore. Venuta una vedova, povera, gettò in offerta due spiccioli. Gesù se n'è accorto, unico; osserva e nota i due centesimi: sono due, è importante notarlo, poteva tenersene uno e dare l'altro. Gesù vede che la donna dà tutto, osserva il suo gesto totale. Allora chiama a sé i discepoli, per un insegnamento non morale ma rivelativo. Accade qualcosa d'importante: Questa povera vedova ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Lo stupore per quel gesto nasce dall'aver intuito un di più, uno scialo, uno sciupìo di cuore, un eccesso che esce dal calcolo e dalla logica. Lo stupore scombina il circolo della polemica, suggerendo che c'è anche dell'altro da guardare, molto altro oltre le ricche offerte dei ricchi. Lo sguardo di Gesù mette a fuoco i dettagli: il divino si cela in un gesto di donna, l'annuncio si nasconde nel dettaglio di due centesimi. Piccole cose che non annullano il duro scontro in atto, ma indicano la possibilità, la strada di una religione dove non tutto sia calcolo, che suggeriscono una possibilità: si può amare senza misura, amare per primi, amare in perdita, amare senza contraccambio. Il Vangelo ama l'economia della piccolezza: non è la quantità che conta, ma l'investimento di vita che metti in ciò che fai. Le parole originarie di Marco qui sono bellissime: gettò intera la sua vita. Che risultati concreti portano i due centesimi della vedova? Nessun risultato, nessun effetto per le belle pietre e le grandi costruzioni del tempio. Ma quella donna ha messo in circuito nelle vene del mondo molto cuore e molta vita. La santità? Piccoli gesti pieni di cuore. Ed è così, perché ogni gesto umano compiuto con tutto il cuore ci avvicina all'assoluto di Dio. Ogni atto umano "totale" contiene in sé e consegna qualcosa di divino.