Festa dell'Annunciazione del Signore
Un incontro unico Maria e Nazareth: nomi accomunati dalla caratteristica di un'apparente insignificanza, a riprova del fatto che Dio ama incontrare ciò che è piccolo, sconosciuto. Questo privilegio fa parte della sua misericordia. Proprio in quel luogo, proprio per quella giovane donna, l'incontro è segnato da un saluto del tutto speciale: "Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te". Ci troviamo ad un livello di saluto profondo che rinsalda il cuore e squaderna orizzonti nuovi. Il Signore sta dicendo a Maria di averle dato la sua grazia, vale a dire la totalità dei doni che una volta ricevuti non lasciano come prima, ma trasformano, fanno nuovi, abilitano a compiere quanto Lui stesso chiede. Maria percepisce la grandezza dell'incontro, per questo è "turbata": di cosa sarà portatore quell'incontro e saluto? Ella sente il bisogno di riservarsi un tempo. Scrive bene l'Evangelista appuntando che la Vergine non risponde immediatamente, ma invoca per sé un tempo di prolungata riflessione, come se si raccogliesse in un dialogo amoroso col suo Signore.
Un incontro che crea sconcerto Attraverso il suo Angelo, è Dio in persona che viene nuovamente incontro a Maria, mostrando un'iniziativa che non la schiaccia, ma la corrobora. Le assicura di essere al suo fianco e di averle già garantito la sua grazia perché possa concepire un figlio, darlo alla luce e chiamarlo Gesù (cfr. il v. 31): egli "Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell'Altissimo". L'Angelo parla dando compimento alle profezie di Isaia (7,14) e di Natan (2Sam 7,12-16): il re che doveva discendere dalla casa di Davide, sta per venire nel mondo! Dio, che non poteva prima essere neppure visto, sta per essere concepito. La promessa si fa ora realtà per la nostra salvezza. Il Signore garantisce, spiega, e Maria, così come è proprio di un incontro, senza voler oscurare l'iniziativa del suo Dio, chiede spiegazione: "Come avverrà questo?". Non pare proprio di poter leggere in ciò una qualche difficoltà da parte sua, quanto piuttosto l'esplicitazione di un sentimento di totale spoliazione di sé per amore: Dio crea sconcerto anche in chi lo accoglie e decide per Lui!
Il frutto dell'incontro Il dialogo, nota tipica di questo incontro, continua. Il Signore mediante il suo Angelo delinea ora la potenza della propria azione che si compirà per mezzo dello Spirito Santo, che è Spirito creatore e datore di vita; è la sua onnipotenza creatrice che avvolge di sé una creatura! Come unico è l'intervento dell'Onnipotente nella vita della donna di Nazareth che per sempre sarà detta beata, altrettanto unica è la santità del Bambino promesso: Santo è il nome di colui che nascerà, perché costui è Dio stesso che si fa uomo. Il Signore crea in Maria un cuore immune da ogni macchia: ora in quel cuore purissimo Egli chiede, non impone, di poter porre la propria dimora, riversando lì tutto il bene che serbava in cuor suo. Di fronte alla richiesta del Signore, Maria "piena di grazia" si proclama sua "serva" e dichiara completa disponibilità: "Avvenga per me secondo la tua parola". Ecco come si conclude questo incontro che non smette di sorprenderci, malgrado lo conosciamo quasi a memoria! A quel meraviglioso "Voglio" di Maria, Dio scende in lei con la forza dello Spirito Santo, la rende feconda ed esaltandone la verginità la rende Madre del Cristo. A tanto Ella arriva perché permette al Signore di incontrarla e perché ascoltandolo entra in intimo dialogo con Lui! L'ascolto e la pratica della Parola, fanno sì che ogni suo incontro non rimanga infruttuoso. In Maria il frutto è ineguagliabile: è Gesù, il Frutto Benedetto del suo grembo.
Ritiro adulti per operatori pastorali e catechisti
Sabato 17/03/2018 Ritiro Adulti rivolto a Tutti anche agli Operatori Pastorali e Catechisti, presso Casa Marina delle Dimesse - Cavallino Treporti (VE). Catechesi tenuta del nostro Parroco, possibilità delle confessioni e S. Messa. Pranzo presso la struttura. Visita nel pomeriggio alla Chiesa di S. Eliodoro – Altino (VE) Partenza da Poggiana ore 7.20 – Vallà 7.30 Rientro in serata verso le 18.00
Costo complessivo €. 30,00 con versamento di una quota di €. 10,00. Disponibilità fino a 50 posti.
Iscrizioni aperte fino al 11/03/2018 c/o: Marinetto Anna 0423746116; Sbeghen Assunta 0423748074; Lucietti Sonia 333/3625638; Cremasco Bruna 333/9929965
Iniziative di carità
Al centro della chiesa la cassetta per la raccolta delle offerte secondo l’iniziativa “Un pane per amor di Dio”. Un pane per amor di Dio è il nome dell’iniziativa, promossa nelle diocesi del Triveneto fin dal 1962 e proposta ogni anno a tutte le parrocchie come parte integrante del cammino quaresimale. Questa grande colletta diocesana è destinata a costituire il fondo primario al quale attingere per sostenere i tanti missionari e missionarie, preti diocesani e laici volontari in servizio al Vangelo e ai poveri presso altre Chiese, in varie parti del mondo. La Colletta, oltre a far diventare condivisione e solidarietà gli impegni di sobrietà che la Quaresima propone, è così anche segno di partecipazione concreta alla vita delle Chiese che ci sono sorelle. Inoltre ricordiamo l’iniziativa della “cesta della carità”. Ogni settimana raccogliamo dei prodotti a lunga conservazione secondo l’elenco riportato sotto. Tali prodotti andranno ridistribuiti a famiglie bisognose del nostro territorio. Calendario raccolta viveri
Prima settimana: Olio e pomodoro.
Seconda settimana: Latte.
Terza settimana: Tonno e scatolame vario.
Quarta settimana: Riso, farina e zucchero.
Quinta settimana: Prodotti di prima colazione.
Sesta settimana: Detersivo per bucato e stoviglie.
La compassione di Gesù e i lebbrosi del nostro tempo
Un lebbroso cammina diritto verso di lui. Gesù non si scansa, non mostra paura. Si ferma addosso al dolore e ascolta. Il lebbroso «porterà vesti strappate, sarà velato fino al labbro superiore, starà solo e fuori» (Levitico 13,46). Dalla bocca velata, dal volto nascosto del rifiutato esce un'espressione bellissima: «Se vuoi, puoi guarirmi». Con tutta la discrezione di cui è capace: «Se vuoi». E intuisco Gesù toccato da questa domanda grande e sommessa, che gli stringe il cuore e lo obbliga a rivelarsi: «Se vuoi». A nome di tutti i figli dolenti della terra il lebbroso lo interroga: che cosa vuole veramente Dio da questa carne piagata, che se ne fa di queste lacrime? Vuole sacrifici o figli guariti? Davanti al contagioso, all'impuro, un cadavere che cammina, che non si deve toccare, uno scarto buttato fuori, Gesù prova «compassione». Il Vangelo usa un termine di una carica infinita, che indica un crampo nel ventre, un morso nelle viscere, una ribellione fisica: no, non voglio; basta dolore! Gesù prova compassione, allunga la mano e tocca. Nel Vangelo ogni volta che Gesù si commuove, tocca. Tocca l'intoccabile, toccando ama, amando lo guarisce. Dio non guarisce con un decreto, ma con una carezza. La risposta di Gesù al «se vuoi» del lebbroso, è diretta e semplice, una parola ultima e immensa sul cuore di Dio: «Lo voglio: guarisci!». Me lo ripeto, con emozione, fiducia, forza: eternamente Dio altro non vuole che figli guariti. È la bella notizia, un Dio che fa grazia, che risana la vita, senza mettere clausole. Che adesso lotta con me contro ogni mio male, rinnovando goccia a goccia la vita, stella a stella la notte. E lo mandò via, con tono severo, ordinandogli di non dire niente. Perché Gesù non compie miracoli per qualche altro fine, per fare adepti o per avere successo, neppure per convertire qualcuno. Lui guarisce il lebbroso perché torni integro, perché sia restituito alla sua piena umanità e alla gioia degli abbracci. È la stessa cosa che accade per ogni gesto d'amore: amare «per», farlo per un qualsiasi scopo non è vero amore. Quanti uomini e donne, pieni di Vangelo, hanno fatto come Gesù e sono andati dai lebbrosi del nostro tempo: rifugiati, senza fissa dimora, tossici, prostitute. Li hanno toccati, un gesto di affetto, un sorriso, e molti di questi, e sono migliaia e migliaia, sono letteralmente guariti dal loro male, e sono diventati a loro volta guaritori. Prendere il Vangelo sul serio ha dentro una potenza che cambia il mondo. E tutti quelli che l'hanno preso sul serio e hanno toccato i lebbrosi del loro tempo, tutti testimoniano che fare questo porta con sé una grande felicità. Perché ti mette dalla parte giusta della vita.
Caritas
La Caritas inter-parrocchiale con sede a Vallà presso le strutture del campo sportivo opera da parecchi anni nel nostro territorio. La raccolta e la distribuzione di indumenti, calzature, mobilia e arredi vari per la casa avviene con cadenza quindicinale nelle ore pomeridiane come da calendario esposto nella bacheca della chiesa. Vengono aiutate persone residenti nelle nostre parrocchie e dintorni. La distribuzione di alimenti invece è riservata unicamente ai bisognosi, stranieri e non solo, delle nostre parrocchie, e questo finora è stato possibile grazie alle raccolte fatte nei tempi d’Avvento e Quaresima integrate da una raccolta a domicilio da parte dei giovani. Se qualcuno desidera sostenere la Caritas inter-parrocchiale si rivolga direttamente a Valeria Piccin o a Bernardi Franco.
Vangelo nelle case a Vallà
Il Vangelo nelle case riprenderà nei giorni 16 e 30 gennaio presso le case di Baggio Renato via Ca Miane 9/B e Stocco Loris via Ferretto 9, sempre alle ore 20.30. Chi fosse interessato a questa esperienza può aggiungersi in qualsiasi momento in uno dei due gruppi. Condividere la fede a partire dalla Parola di Dio è un esercizio che fa crescere spiritualmente.
Giornata mondiale del migrante e del rifugiato
Accogliere, proteggere, promuovere e integrare i migranti e i rifugiati. Questo il tema scelto da Papa Francesco nel suo Messaggio per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2018, che si celebrerà il prossimo 14 gennaio. Visti umanitari, ricongiungimenti familiari, prima sistemazione decorosa, libertà di movimento: il Papa raccomanda quattro "azioni". Quattro azioni per cercare di affrontare il tema dei migranti e dei rifugiati salvaguardando - sempre e in primo luogo - la dignità della persona. Un testo ricco di proposte e azioni concrete, che il Pontefice offre all'analisi e allo studio della comunità cristiana e di quella internazionale. · Accogliere. L'accogliere, per Papa Francesco, diventa "innanzitutto offrire a migranti e rifugiati ingresso sicuro e legale nei Paesi di destinazione". Sì dunque a visti umanitari, ricongiungimenti familiari, alla creazione di corridoi umanitari, alla formazione del personale di frontiera perché operi nel rispetto della dignità umana. · Proteggere il loro cammino. Riconoscimento e valorizzazione delle "capacità e delle competenze dei migranti, richiedenti asilo e rifugiati", che rappresentano "una vera risorsa per le comunità che li accolgono". Per i minori il Papa chiede che nel rispetto del diritto universale la nazionalità "va riconosciuta e opportunamente certificata a tutti i bambini e le bambine al momento della nascita". · Promuovere la dignità della persona. Il Papa invita la comunità che accoglie a "mettere queste persone in condizione di realizzarsi come persone in tutte le loro dimensioni", compresa quella religiosa. · Integrare ovvero incontrarsi. Per Papa Francesco è necessario aprirsi a una maggior conoscenza reciproca per accogliere gli aspetti validi di cui ogni cultura è portatrice. La Caritas di Treviso propone di accogliere a pranzo un migrato nella domenica 14 gennaio.
Chi fosse disponibile prenda contatto con Valeria Piccin.
Tempo ordinario
TEMPO ORDINARIO Il lezionario come “guida” Il primo elemento che rivela il senso del tempo ordinario è costituito dalle Scritture che vengono proclamate nella liturgia. È il lezionario infatti che ritma il cammino delle domeniche e dei giorni feriali. Di domenica in domenica la Chiesa segue il suo Signore sulla via del “compimento di ogni giustizia” (Mt 3,15), perché essa diventi sempre più somigliante al suo maestro e sposo. La centralità e preminenza del Vangelo nel tempo ordinario viene sottolineata dal fatto che in questo tempo le prime letture tratte dall’Antico Testamento vengono scelte in base al brano evangelico, in modo che ci sia un rapporto di promessa-compimento, profezia-realizzazione… Questo rapporto tra Vangelo e Antico Testamento, che nasce dalla natura del rapporto tra scrittura e rito nella celebrazione dell’eucaristia, sottolinea e afferma «l’unità dei due Testamenti» (OLM, n. 106). In questo modo nel tempo ordinario, in una forma ancor più evidente rispetto agli altri tempi liturgici, la liturgia della parola diviene anche una scuola di formazione alla lettura delle sacre Scritture, tenendo conto della fondamentale e vitale unità dei due Testamenti. Le seconde letture invece nelle domeniche di questo tempo liturgico seguono la lettura semicontinua dell’epistolario paolino, della lettera di Giacomo e della lettera agli Ebrei. Anche nei giorni feriali del tempo ordinario si segue il criterio della lettura semicontinua dei testi biblici. Si leggono ogni anno i tre vangeli sinottici: Marco (settimane 1-9), Matteo (settimane 10-22), Luca (settimane 23-34), e una buona parte dell’Antico Testamento e degli altri testi del Nuovo Testamento nelle prime letture. Per quanto riguarda le prime letture, il lezionario è strutturato su due anni (pari e dispari). Anche per quanto riguarda le liturgie feriali le disposizioni della riforma liturgica circa il lezionario del tempo ordinario hanno cercato di sottolineare la dimensione di una Chiesa in cammino guidata dalla parola di Dio. Celebrando nella sua globalità il mistero di Cristo di domenica in domenica, seguendo il suo Signore, sulla strada verso Gerusalemme, la Chiesa impara, “interiorizzando” le sue parole e i suoi gesti, la sequela nell’ordinarietà della vita che anche nei suoi “tempi ordinari” è trasfigurata e illuminata dalla luce pasquale. Nelle ultime domeniche del tempo ordinario, e in particolare nella XXXIV, viene sottolineato il tema escatologico. In questo modo anche la dimensione escatologica, che poi sarà ripresa nel tempo di avvento, viene presentata come “tensione” sempre presente nella vita della Chiesa e come meta verso la quale il popolo di Dio in cammino è proteso (cf. OLM, n. 105). Intorno a questi due assi portanti – centralità del lezionario e della domenica – la Chiesa nel tempo ordinario si può sperimentare in cammino, sostenuta dalla parola, sulle orme di colui che per lei e per l’umanità intera ha donato la sua vita. Celebrando così il mistero di Cristo nel tempo del suo pellegrinaggio, la Chiesa impara a conformare la sua vita a quella del suo Signore. Il tempo ordinario, che spesso viene considerato quasi un tempo minore, un tempo poco significativo, è invece il tempo dove si gioca in qualche modo la verità degli altri tempi, il tempo dell’ordinarietà e della quotidianità, il tempo della vita dei discepoli di Gesù che devono fare della Pasqua il criterio fondamentale della loro esistenza. Il tempo ordinario, se vissuto nella fedeltà al cammino che la liturgia ci propone, può divenire il tempo “custode” di quella “capacità di ordinarietà” di cui oggi forse noi e le nostre comunità abbiamo bisogno.
Coretto San Lorenzo Rock Band fa visita agli anziani del paese
La sera di Mercoledì 27 Dicembre il giovane coretto della parrocchia di Poggiana ha fatto visita alle case di anziani, ma anhe di varie persone bisognose per rallegrare l'atmosfera grazie al suo divertente e caldo repertorio di canzoni. E' stato un momento davvero emozionate non solo per chi ha visto bussare alla propria porta questo scalmanato gruppo di bambini gioiosi e festanti, ma anche per i bambini stessi che sicuramente hanno colto che la magia del Santo Natale consiste anche in questi piccoli momenti di condivisione con persone che necessitano di questo calore.
"io posso fare cose che tu non puoi, tu puoi fare cose che io non posso, insieme faremo cose grandi..." Coretto di Poggiana.
Un grazie a Don Valentino Caufin
Giovedì 15 dicembre abbiamo celebrato i funerali di don Valentino Caufin nostro compaesano. La salma in accordo con la famiglia è stata tumulata nella tomba parrocchiale dedicata ai parroci defunti. Oltre ad esprimere le condoglianze ai famigliari come comunità parrocchiale ci impegniamo a pregare per i nostri sacerdoti defunti in modo che il bene che loro hanno seminato in vita possa continuare attraverso la nostra memoria. Don Valentino Caufin nato nel 19 dicembre del 1927 è stato solo per qualche anno come studente presso il seminario di Treviso e subito dopo chiamato a Roma da Padre Isaia Filippi fondatore della Congregazione dei Poveri Servi della Divina Misericordia. Dallo stesso padre fondatore, dopo essere ordinato sacerdote, viene mandato in un paesetto, Romagnano nel comune di Sant’Agata Feltrina, provincia di Rimini. Diventa parroco di questo paese e ci resta per 37 anni e fa servizio anche in un’altra chiesetta di Sapigno, nella quale si trovava una miniera di carbone. Per questa attività il fulcro del paese si trovava proprio nella parte alta della montagna nei pressi della miniera. La parrocchia risente di una drastica diminuzione dei parrocchiani a causa anche della chiusura della miniera e del successivo spopolamento del paese. Le condizioni di vita in quel posto erano molto precarie, isolati e per un lungo periodo anche senz'acqua. Difficile il ministero sacerdotale in una terra contraria al Vangelo. Mons. Lino Zanini, originario di Riese Pio X e parente di don Valentino, lo ha aiutato negli studi a Roma e successivamente don Valentino vivrà il suo ministero alternativamente una settimana in parrocchia e una settimana con Mons. Lino a Roma. Per sei anni e sei mesi per incarico del vescovo locale svolge il servizio di penitenziere a Sarsina, in cattedrale di San Vicino. Nel 1994 torna a Vallà con i fratelli. Da qualche anno in casa del Clero per motivi di saluteVangelo nelle case
Inizia anche nella nostra parrocchia l’ascolto della Parola di Dio nelle famiglie con due gruppi che si ritrovano nella famiglia di Stocco Loris via Ferretto 9 e nella famiglia di Baggio Renato via Ca Miane 9/B. Il prossimo incontro sarà martedì 19 dicembre alle ore 20.30. La bellezza di questa esperienza consiste nella possibilità di poter conoscere Gesù attraverso l’approfondimento del Vangelo di Marco e di condividere con chi partecipa quanto la Parola suggerisce. In questo clima di fraternità spirituale l’augurio è che si possa aprire il cuore ad altre persone lontane dalla fede e aiutarle a conoscere quel Gesù che ha conquistato il nostro cuore. Vi aspettiamo in molti a condivide questa esperienza di fede. Moderatori di questi due gruppi saranno Pia Mazzocca e Lucietti Sonia. I gruppi di ascolto sono aperti a tutti e chiunque può aggiungersi in qualsiasi momento.Celebrazioni per il nuovo altare della chiesa di Vallà
Un tempo nella parrocchia il campanile, oltre ad avere la funzione di accogliere le campane e di propagarne il suono il più distante possibile, aveva anche la funzione simbolica di stabilire l’identità di quella porzione di chiesa lì raccolta. Espressioni come “stare all’ombra del campanile” o “campanilismo” dicevano un fortissimo senso di appartenenza ad un territorio o ad una realtà sociale come la parrocchia. Il risvolto negativo svelato da queste espressioni sta invece nel fatto che, nel tentativo di conservare l’identità di un popolo si rischia di creare delle profonde chiusure che non permettono un dialogo fecondo con chi abita vicino o con il vasto mondo al quale si appartiene. Nella realtà delle collaborazioni l’identità delle parrocchie è rimasta forte ma con essa si è rafforzato il dialogo con il resto del mondo. Un po’ alla volta stiamo imparando a dialogare e a collaborare insieme per la realizzazione del regno di Dio, il quale è un regno di amore e di pace. In questo nuovo clima si inserisce il progetto dell’adeguamento liturgico, ovvero creare un simbolo stabile che renda chiaro chi è il centro della nostra vita spirituale e qual è la nostra missione. Cristo risorto è il centro e il punto fermo di tutto il nostro essere e la comunione tra noi è l’obiettivo unico del nostro agire. L’altare e l’ambone con il prolungamento dello spazio celebrativo sono stati progettati dall’architetto Sparisi Giorgio e realizzati dalla ditta Tecno marmi di Caselle di Altivole. Il desiderio di poter realizzare l’adeguamento liturgico e così creare una zona celebrativa più adatta alla chiesa del novecento risale ancora al parroco emerito e defunto don Giuseppe Zottarel. Don Angelo, poi, aveva commissionato sempre all’architetto Sparisi la progettazione di un prolungamento del presbiterio e la realizzazione di un altare e ambone in pietra. Nonostante il progetto rispondesse alle esigenze liturgiche, la Sopraintendenza ha ritenuto tale progetto troppo impattante e incapace di conservare la lettura del presbiterio settecentesco. A questo punto, in accordo con la Sopraintendenza e con l’ufficio diocesano di arte sacra si è trovata questa soluzione che cerca di soddisfare sia le esigenze storico-artistiche, sia le esigenze liturgiche e pratiche. La nuova zona celebrativa risulta essere ad un livello inferiore rispetto al precedente presbiterio per creare una distinzione tra il vecchio e il nuovo senza tuttavia creare un distacco netto. L’altare e l’ambone realizzati in marmo bianco con venature color oro denominato bianco “Lasa” offrono l’idea di un elemento compatto, minimalista e solido nel tentativo di richiamare la solida roccia di Gesù Cristo sulla quale si fonda la Chiesa come ben ricorda San Pietro nella sua prima lettera: “Stringendovi a lui, pietra viva, rigettata dagli uomini, ma scelta e preziosa davanti a Dio, anche voi venite impiegati come pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale, per un sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio, per mezzo di Gesù Cristo” (1 Pt.2,4-5). Questi due elementi, ambone e altare, presentano due spaccature dorate che si incontrano in un punto immaginario e rappresentano la luce della risurrezione che irrompe dalla pietra del sepolcro, e la forza della Parola di Dio già predetta dal profeta Geremia al capitolo 23:”29La mia parola non è forse come il fuoco - oracolo del Signore - e come un martello che spacca la roccia?”. Sull’altare la spaccatura è incrociata da un’altra fenditura che va a formare una sorta di croce, simbolo della nostra identità di cristiani e trapassa da parte a parte il monolite. La spaccatura dell’ambone è incorniciata da un’alfa e un omega, prima e ultima lettera dell’alfabeto greco ad esprimere quanto detto dall’Apocalisse al capitolo 22,13 a proposito di Gesù Cristo: “Io sono l’Alfa e l’Omega, il primo e l’ultimo, il principio e la fine”. La sede è stata realizzata in legno dalla ditta CBM e non in pietra per avere la possibilità di poterla spostare a seconda delle esigenze liturgiche. Sullo schienale porta il simbolo con il monogramma greco di Cristo e riproposta l’Alfa e l’Omega. L’augurio per la nostra comunità parrocchiale di Vallà è che la realizzazione di questo nuovo altare, centro della celebrazione eucaristica, attorno al quale si riunisce l’assemblea, diventi un riferimento spirituale per creare unità e per riconoscersi tutti fratelli chiamati all’amore e all’annuncio del Vangelo di Gesù Cristo, secondo quanto potrà suggerirci il cammino sinodale da lei, padre Agostino, avviato in questo tempo nella nostra diocesi di Treviso. Un grazie particolare va a tutte le persone che hanno collaborato generosamente alla realizzazione di questo altare e a tutti i benefattori. Il Signore ricolmi di grazia tanta generosità.INIZIATIVA "CESTA DELLA CARITÀ"
Per ogni settimana dell'AVVENTO: Come da qualche anno durante le settimane di avvento la Caritas propone alcuni alimenti da raccogliere, che serviranno per aiutare le tante famiglie che sosteniamo anche con il vostro aiuto. ·1a settimana di Avvento: 3/12 – 10/12 pasta, riso, passato pomodoro, scatolame vario ·2a settimana di Avvento: 10/12 – 17/12 olio, tonno, farina, zucchero ·3a settimana di Avvento: 17/12 – 24/12 prodotti prima colazione (latte, caffè, biscotti, ...) Naturalmente ognuno è libero di portare quanto crede, che è sempre molto gradito. Un grazie anticipato dalla Caritas della collaborazioneBATTEZZATI PER DIVENTARE CRISTIANI - CORSO DI FORMAZIONE PER OPERATORI PASTORALI
Anche quest’anno la nostra diocesi organizza un corso per catechisti e operatori di pastorale dal titolo: “Battezzati per diventare cristiani: Se non avessi la carità”. Il programma degli incontri che si terranno in ORATORIO DI RAMON alle ore 20.30: à Giovedì 16 novembre: Amatevi gli uni gli altri, come io vi ho amato: La cura di Dio e la cura del fratello. Relatrice sorella Laura Bernardi à Giovedì 23 novembre: Oggi devo fermarmi a casa tua. Catechesi e famiglia: una tavola da apparecchiare insieme. Relatore un membro dell’ufficio di pastorale familiare à Mercoledì 6 dicembre: Vide e ne ebbe compassione: Iniziare alla carità nei percorsi di catechesi. Relatore un membro dell’ufficio missionario e della Caritas diocesana