Tempo ordinario
TEMPO ORDINARIO Il lezionario come “guida” Il primo elemento che rivela il senso del tempo ordinario è costituito dalle Scritture che vengono proclamate nella liturgia. È il lezionario infatti che ritma il cammino delle domeniche e dei giorni feriali. Di domenica in domenica la Chiesa segue il suo Signore sulla via del “compimento di ogni giustizia” (Mt 3,15), perché essa diventi sempre più somigliante al suo maestro e sposo. La centralità e preminenza del Vangelo nel tempo ordinario viene sottolineata dal fatto che in questo tempo le prime letture tratte dall’Antico Testamento vengono scelte in base al brano evangelico, in modo che ci sia un rapporto di promessa-compimento, profezia-realizzazione… Questo rapporto tra Vangelo e Antico Testamento, che nasce dalla natura del rapporto tra scrittura e rito nella celebrazione dell’eucaristia, sottolinea e afferma «l’unità dei due Testamenti» (OLM, n. 106). In questo modo nel tempo ordinario, in una forma ancor più evidente rispetto agli altri tempi liturgici, la liturgia della parola diviene anche una scuola di formazione alla lettura delle sacre Scritture, tenendo conto della fondamentale e vitale unità dei due Testamenti. Le seconde letture invece nelle domeniche di questo tempo liturgico seguono la lettura semicontinua dell’epistolario paolino, della lettera di Giacomo e della lettera agli Ebrei. Anche nei giorni feriali del tempo ordinario si segue il criterio della lettura semicontinua dei testi biblici. Si leggono ogni anno i tre vangeli sinottici: Marco (settimane 1-9), Matteo (settimane 10-22), Luca (settimane 23-34), e una buona parte dell’Antico Testamento e degli altri testi del Nuovo Testamento nelle prime letture. Per quanto riguarda le prime letture, il lezionario è strutturato su due anni (pari e dispari). Anche per quanto riguarda le liturgie feriali le disposizioni della riforma liturgica circa il lezionario del tempo ordinario hanno cercato di sottolineare la dimensione di una Chiesa in cammino guidata dalla parola di Dio. Celebrando nella sua globalità il mistero di Cristo di domenica in domenica, seguendo il suo Signore, sulla strada verso Gerusalemme, la Chiesa impara, “interiorizzando” le sue parole e i suoi gesti, la sequela nell’ordinarietà della vita che anche nei suoi “tempi ordinari” è trasfigurata e illuminata dalla luce pasquale. Nelle ultime domeniche del tempo ordinario, e in particolare nella XXXIV, viene sottolineato il tema escatologico. In questo modo anche la dimensione escatologica, che poi sarà ripresa nel tempo di avvento, viene presentata come “tensione” sempre presente nella vita della Chiesa e come meta verso la quale il popolo di Dio in cammino è proteso (cf. OLM, n. 105). Intorno a questi due assi portanti – centralità del lezionario e della domenica – la Chiesa nel tempo ordinario si può sperimentare in cammino, sostenuta dalla parola, sulle orme di colui che per lei e per l’umanità intera ha donato la sua vita. Celebrando così il mistero di Cristo nel tempo del suo pellegrinaggio, la Chiesa impara a conformare la sua vita a quella del suo Signore. Il tempo ordinario, che spesso viene considerato quasi un tempo minore, un tempo poco significativo, è invece il tempo dove si gioca in qualche modo la verità degli altri tempi, il tempo dell’ordinarietà e della quotidianità, il tempo della vita dei discepoli di Gesù che devono fare della Pasqua il criterio fondamentale della loro esistenza. Il tempo ordinario, se vissuto nella fedeltà al cammino che la liturgia ci propone, può divenire il tempo “custode” di quella “capacità di ordinarietà” di cui oggi forse noi e le nostre comunità abbiamo bisogno.