10mo anniversario dall’evento della tromba d’aria
Giovedì 6/6: alle ore 20.00 apertura della mostra fotografica presso il parcheggio in fianco alla chiesa e alle ore 20.30 S. Messa con processione e benedizione del popolo nel 10° anniversario della Tromba d’aria. Dopo la processione ci fermeremo per un semplice momento conviviale per stare in comunità. Se qualcuno desidera portare un dolce o una bibita la condivideremo insieme in allegria. In questa occasione oltre al signor sindaco con l’amministrazione comunale saranno presenti gli alpini e la protezione civile in ricordo dell’aiuto offerto alle famiglie colpite dal maltempo in quella funesta circostanza.
Preghiera di affidamento a Maria
Beata Maria Vergine, con rinnovata gratitudine per la tua presenza materna uniamo la nostra voce a quella di tutte le generazioni che ti dicono beata. Celebriamo in te le grandi opere di Dio, che mai si stanca di chinarsi con misericordia sull’umanità, afflitta dal male e ferita dal peccato, per guarirla e per salvarla. Accogli con benevolenza di Madre l’atto di affidamento che oggi facciamo con fiducia, dinanzi a questa tua immagine a noi tanto cara. Siamo certi che ognuno di noi è prezioso ai tuoi occhi e che nulla ti è estraneo di tutto ciò che abita nei nostri cuori. Ci lasciamo raggiungere dal tuo dolcissimo sguardo e riceviamo la consolante carezza del tuo sorriso. Custodisci la nostra vita fra le tue braccia: benedici e rafforza ogni desiderio di bene; ravviva e alimenta la fede; sostieni e illumina la speranza; suscita e anima la carità; guida tutti noi nel cammino della santità. Insegnaci il tuo stesso amore di predilezione per i piccoli e i poveri, per gli esclusi e i sofferenti, per i peccatori e gli smarriti di cuore: raduna tutti sotto la tua protezione e tutti consegna al tuo diletto Figlio, il Signore nostro Gesù. Amen.
Chiusura del mese di maggio
La chiusura del mese di maggio si terrà in chiesa parrocchiale a Poggiana il 30/5 alle 20.30 e a Vallà il 31/5. Sono invitate tutte le famiglie e tutti i ragazzi del catechismo e tutta la comunità cristiana. Durante la celebrazione della Messa faremo l’affidamento a Maria di tutte le nostre famiglie e in particolare dei nostri figli perché possano trovare la propria vocazione e aprirsi ad un futuro promettente, offrendo il proprio contributo secondo il progetto di Dio.
Si ama Gesù dandogli tempo e cuore
Se uno mi ama, osserverà la mia parola. «Se uno ama me»: è la prima volta nel Vangelo che Gesù chiede amore per sé, che pone se stesso come obiettivo del sentimento umano più dirompente e potente. Ma lo fa con il suo stile: estrema delicatezza, rispetto emozionante che si appoggia su di un libero «se vuoi», un fondamento così umile, così fragile, così puro, così paziente, così personale. Se uno mi ama, osserverà... perché si accende in lui il misterioso motore che mette in cammino la vita, dove: «i giusti camminano, i sapienti corrono, ma gli innamorati volano» (santa Battista Camilla da Varano). L'amore è una scuola di volo, innesca una energia, una luce, un calore, una gioia che mette le ali a tutto ciò che fai. «Osserverà la mia parola». Se arrivi ad amare lui, sarà normale prendere come cosa tua, come lievito e sale della tua vita, roccia e nido, linfa e ala, pienezza e sconfinamento, ogni parola di colui che ti ha risvegliato la vita. La Parola di Gesù è Gesù che parla, che entra in contatto, mi raggiunge e mi comunica se stesso. Come si fa ad amarlo? Si tratta di dargli tempo e cuore, di fargli spazio. Se non pensi a lui, se non gli parli, se non lo ascolti nel segreto, forse la tua casa interiore è vuota. Se non c'è rito nel cuore, se non c'è una liturgia nel cuore, tutte le altre liturgie sono maschere del vuoto. E noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Verremo. Il Misericordioso senza casa cerca casa. E la cerca proprio in me. Forse non troverà mai una vera dimora, solo un povero riparo, una stalla, una baracca. Ma Lui mi domanda una cosa soltanto, di diventare frammento di cosmo ospitale. Casa per le sue due promesse: lo Spirito e la pace. Lo Spirito: tesoro che non finisce, sorgente che non tace mai, vento che non posa. Che non avvolge soltanto i profeti, le gerarchie della Chiesa, i grandi personaggi, ma convoca tutti noi, cercatori di tesori, cercatrici di perle: «il popolo di Dio per costante azione dello Spirito evangelizza continuamente se stesso» (Eg 139), Parole come un vento che apre varchi, porta pollini di primavera. Una visione di potente fiducia, in cui ogni uomo, ogni donna hanno dignità di profeti e pastori, ognuno evangelista e annunciatore: la gente è evangelizzata dalla gente. Vi lascio la pace, questo miracolo fragile continuamente infranto. Un dono da ricercare pazientemente, da costruire “artigianalmente” (papa Francesco), ciascuno con la sua piccola palma di pace nel deserto della storia, ciascuno con la sua minima oasi di pace dentro le relazioni quotidiane. Il quasi niente, in apparenza, ma se le oasi saranno migliaia e migliaia, conquisteranno e faranno fiorire il deserto.
5 per mille al NOI
Vi invitiamo ad aiutare il centro ricreativo Parrocchiale NOI di Vallà
Nel modello per la dichiarazione dei redditi (CUD 730-UNICO) ci saranno tre caselle per indicare la categoria alla quale devolvere in 5 per mille.
- Firma sul primo riquadro "sostegno alle organizzazioni non lucrative... associazioni di promozione sociale"
- indica il codice fiscale della nostra associazione: 900 100 60 268
Siamo tutti mendicanti di amore in cammino
«Vi do un comandamento nuovo, che vi amiate come io vi ho amato»: una di quelle frasi che portano il marchio di fabbrica di Gesù. Parole infinite, in cui ci addentriamo come in punta di cuore. Ma perché nuovo, se quel comando percorre tutta la Bibbia, fino ad abbracciare anche i nemici: «Se il tuo nemico ha fame, dagli pane da mangiare, se ha sete, dagli acqua da bere» (Prov 25,21)? Se da sempre e dovunque nel mondo le persone amano? La legge tutta intera è preceduta da un «sei amato» e seguita da un «amerai». «Sei amato», fondazione della legge; «amerai», il suo compimento. Chiunque astrae la legge da questo fondamento amerà il contrario della vita (P. Beauchamp). Comandamento significa allora non già un obbligo, ma il fondamento del destino del mondo e della sorte di ognuno. Il primo passo per noi è entrare in questa atmosfera in cui si respira Dio. E non è un premio per la mia buona condotta, ma un dono senza perché. Scriveva Angelo Silesio: «La rosa è senza perché, fiorisce perché fiorisce». L'amore di Dio è la rosa senza perché, Lui ama perché ama, è la sua natura. La realtà è che «siamo immersi in un oceano d'amore e non ce ne rendiamo conto» (G. Vannucci). Il secondo passo lo indica un piccolo avverbio: Gesù non dice amate quanto me, il confronto ci schiaccerebbe. Ma: amate come me. Non basta amare, potrebbe essere anche una forma di possesso e di potere sull'altro, un amore che prende e pretende, e non dona niente; esistono anche amori violenti e disperati, tristi e perfino distruttivi. Gesù ama di «combattiva tenerezza» (Evangelii gaudium), alle volte coraggioso come un eroe, alle volte tenero come un innamorato o come una madre, che non si arrende, non si stanca, non si rassegna alla pecora perduta, la insegue per rovi e pietraie e trovatala se la carica sulle spalle, teneramente felice. Amore che non è buonismo, perché non gli va bene l'ipocrisia dei sepolcri imbiancati, perché se un potente aggredisce un piccolo, un bambino, un povero, Gesù tra vittima e colpevole non è imparziale, sta con la vittima, fino ad evocare immagini potenti e dure. Terzo passo: amatevi gli uni gli altri. Espressione capitale, che ricorre decine di volte nel Nuovo Testamento e vuol dire: nella reciprocità, guardandovi negli occhi, faccia a faccia, a tu per tu. Non si ama l'umanità in generale; si ama quest'uomo, questo bambino, questo straniero, questo volto. Si amano le persone ad una ad una, volto per volto, corpo a corpo. Amatevi gli uni gli altri, uno scambio di doni, perché dare sempre, dare senza ritorno è molto duro, non ce la facciamo; siamo tutti mendicanti d'amore, di una felicità che si pesa sulla bilancia preziosa del dare e del ricevere amore.
Sagra di San Giovanni a Vallà
Anche quest’anno si terrà la manifestazione della Sagra di San Giovanni, un evento storico per la nostra parrocchia. Vista l’importanza di questo evento e la quantità importante di gente che frequenta questo appuntamento non possiamo perdere questa opportunità di socializzazione. La sagra è anche un’occasione di sostegno straordinario per la nostra parrocchia, la quale, come già sapete, vive della carità di tutti. Per questi motivi vi chiediamo grande partecipazione e un aiuto nell’organizzazione.
Ci servono persone disponibili per tutti i servizi che questo evento richiede.
Vi aspettiamo numerosi giovedì 30/5 alle ore 20.45 presso le strutture della sagra per presentare il programma e le necessità per la gestione.
Un grazie sentito a tutti coloro che già operano dentro all’organizzazione e a tutte le nuove persone che si aggiungeranno.
Ordinazioni sacerdotali
Sabato 25 maggio alle 15.30 nella cattedrale di Treviso il vescovo Gianfranco Agostino Gardin ordinerà 5 giovani sacerdoti, che ricordiamo nella preghiera: Biasini don Luca, Crespi don Davide, Crespi don Giacomo, De Biasi don Riccardo e Stocco don Nicola.
"Il coraggio di rischiare per la promessa di Dio" è il tema di quest’anno scelto da Papa Francesco che, per l’occasione, ha scritto un messaggio in cui ricorda come “grazie al battesimo tutti i cristiani hanno una vocazione”, che in ognuno trova un modo personale di esprimersi. “Per ciascuno Dio desidera che la sua vita sia piena e non prigioniera dell’ovvio e delle abitudini quotidiane”, continua Francesco. “Ci vuole il coraggio di rischiare per non rimanere sordi alla chiamata di Dio, che è prima di tutto offerta per un progetto di vita e promessa di bene e di felicità”. Il Papa ricorda ancora che nell’incontro profondo con il Signore è possibile sentire il fascino di una chiamata a donare tutto di sé mediante una vita consacrata o sacerdotale per continuare l’opera stessa di Gesù.
Nuova nomina nella Chiesa Universale
Padre Antonio Porcellato è stato eletto Superiore Generale della SMA (Società Missioni africane). A lui vanno le nostre congratulazioni per questo importante incarico e il nostro ricordo nella preghiera.
I missionari della SMA si presentano:
Vogliamo essere una comunità di discepoli di Cristo riuniti dalla comune risposta al suo comando di proclamare il Regno di Dio: “Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura”. Il nostro scopo è di rispondere concretamente alla vocazione missionaria di tutta la Chiesa, soprattutto tra gli Africani. Dedichiamo la nostra vita a testimoniare il Vangelo di Gesù in Africa. Nelle nostre chiese italiane di origine teniamo vivo l’ideale missionario e promuoviamo l’accoglienza e la valorizzazione degli africani venuti a vivere da noi. Secondo il suo fondatore, la Società delle Missioni Africane è una comunità di missionari che lavora condividendo iniziative e responsabilità. E’ sempre pronta a rispondere ai bisogni del momento. Ha una preferenza speciale per l’evangelizzazione dei popoli d’Africa nei quali il Vangelo non è stato ancora predicato. Utilizza i metodi che si avvicinano maggiormente alla predicazione semplice ed evangelica degli Apostoli, senza abbandonare la “santa follia della croce”.
Festa di Primavera 2019
Sabato pomeriggio 18 maggio e domenica mattina 19 maggio l’oratorio di Poggiana organizza un mini torneo di calcetto tra gli oratori della collaborazione. Invitiamo i bambini della scuola primaria, i ragazzi delle medie e i papà a partecipare al torneo per condividere queste giornate in amicizia e allegria fraterna.
Pellegrinaggio al santo a Padova il 6 giugno
Programma: ·Ore 15.50 Partenza da Poggiana · Ore 16.00 partenza da Vallà (davanti alla Chiesa) · Ore 17.00 Basilica del Santo -
Momento libero personale · Ore 18.00 Santa Messa presieduta dal nostro Vescovo Gianfranco Agostino Gardin. · Al termine della Messa ritrovo presso l’ingresso della Porta laterale per il ritorno. Prenotazioni entro 31/05/2019 – Costo €. 10 con versamento anticipato di €. 5.
Le iscrizioni sono aperte a tutti fino ad esaurimento dei 50 posti disponibili.
Iscrizioni: x Vallà Lucietti Sonia 3333625638, Didonè Valeria 3482601920, Sbeghen Assunta 3349949971, Marinetto Anna 0423746116 x Poggiana: Deborah Ceron 3474773103, Bruna Cremasco 3339929965.
Alla fine saremo tutti giudicati sull’amore
In riva al lago, una delle domande più alte ed esigenti di tutta la Bibbia: «Pietro, tu mi ami?». È commovente l'umanità del Risorto: implora amore, amore umano. Può andarsene, se è rassicurato di essere amato. Non chiede: Simone, hai capito il mio annuncio? Hai chiaro il senso della croce? Dice: lascio tutto all'amore, e non a progetti di qualsiasi tipo. Ora devo andare, e vi lascio con una domanda: ho suscitato amore in voi? In realtà, le domande di Gesù sono tre, ogni volta diverse, come tre tappe attraverso le quali si avvicina passo passo a Pietro, alla sua misura, al suo fragile entusiasmo. Prima domanda: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gesù adopera il verbo dell'agápe, il verbo dell'amore grande, del massimo possibile, del confronto vincente su tutto e su tutti. Pietro non risponde con precisione, evita sia il confronto con gli altri sia il verbo di Gesù: adotta il termine umile dell'amicizia, philéo. Non osa affermare che ama, tanto meno più degli altri, un velo d'ombra sulle sue parole: certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene, ti sono amico! Seconda domanda: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Non importano più i confronti con gli altri, ognuno ha la sua misura. Ma c'è amore, amore vero per me? E Pietro risponde affidandosi ancora al nostro verbo sommesso, quello più rassicurante, più umano, più vicino, che conosciamo bene; si aggrappa all'amicizia e dice: Signore, io ti sono amico, lo sai! Terza domanda: Gesù riduce ancora le sue esigenze e si avvicina al cuore di Pietro. Il Creatore si fa a immagine della creatura e prende lui a impiegare i nostri verbi: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene, mi sei amico?». L'affetto almeno, se l'amore è troppo; l'amicizia almeno, se l'amore ti mette paura. «Pietro, un po' di affetto posso averlo da te?». Gesù dimostra il suo amore abbassando ogni volta le sue attese, dimenticando lo sfolgorio dell'agápe, ponendosi a livello della sua creatura: l'amore vero mette il tu prima dell'io, si mette ai piedi dell'amato. Pietro sente il pianto salirgli in gola: vede Dio mendicante d'amore, Dio delle briciole, cui basta così poco, con la sincerità del cuore. Quando interroga Pietro, Gesù interroga me. E l'argomento è l'amore. Non è la perfezione che lui cerca in me, ma l'autenticità. Alla sera della vita saremo giudicati sull'amore (Giovanni della Croce). E quando questa si aprirà sul giorno senza tramonto, il Signore ancora una volta ci chiederà soltanto: mi vuoi bene? E se anche l'avrò tradito per mille volte, lui per mille volte mi chiederà: mi vuoi bene? E non dovrò fare altro che rispondere, per mille volte: sì, ti voglio bene. E piangeremo insieme di gioia.
I seduttori e i maestri: due voci ben diverse
Le mie pecore ascoltano la mia voce. Non i comandi, la voce. Quella che attraversa le distanze, inconfondibile; che racconta una relazione, rivela una intimità, fa emergere una presenza in te. La voce giunge all'orecchio del cuore prima delle cose che dice. È l'esperienza con cui il bambino piccolo, quando sente la voce della madre, la riconosce, si emoziona, tende le braccia e il cuore verso di lei, ed è già felice ben prima di arrivare a comprendere il significato delle parole. La voce è il canto amoroso dell'essere: «Una voce! L'amato mio! Eccolo, viene saltando per i monti, balzando per le colline» (Ct 2,8). E prima ancora di giungere, l'amato chiede a sua volta il canto della voce dell'amata: «La tua voce fammi sentire» (Ct 2,14)... Quando Maria, entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta, la sua voce fa danzare il grembo: «Ecco appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo» (Lc 1,44). Tra la voce del pastore buono e i suoi agnelli corre questa relazione fidente, amorevole, feconda. Infatti perché le pecore dovrebbero ascoltare la sua voce? Due generi di persone si disputano il nostro ascolto: i seduttori, quelli che promettono piaceri, e i maestri veri, quelli che danno ali e fecondità alla vita. Gesù risponde offrendo la più grande delle motivazioni: perché io do loro la vita eterna. Ascolterò la sua voce non per ossequio od obbedienza, non per seduzione o paura, ma perché come una madre, lui mi fa vivere. Io do loro la vita. Il pastore buono mette al centro della religione non quello che io faccio per lui, ma quello che lui fa per me. Al cuore del cristianesimo non è posto il mio comportamento o la mia etica, ma l'azione di Dio. La vita cristiana non si fonda sul dovere, ma sul dono: vita autentica, vita per sempre, vita di Dio riversata dentro di me, prima ancora che io faccia niente. Prima ancora che io dica sì, lui ha seminato germi vitali, semi di luce che possono guidare me, disorientato nella vita, al paese della vita. La mia fede cristiana è incremento, accrescimento, intensificazione d'umano e di cose che meritano di non morire. Gesù lo dice con una immagine di lotta, di combattiva tenerezza: Nessuno le strapperà dalla mia mano. Una parola assoluta: nessuno. Subito raddoppiata, come se avessimo dei dubbi: nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io sono vita indissolubile dalle mani di Dio. Legame che non si strappa, nodo che non si scioglie. L'eternità è un posto fra le mani di Dio. Siamo passeri che hanno il nido nelle sue mani. E nella sua voce, che scalda il freddo della solitudine.
Settimana estiva famiglie
Nella Casa Alpina Villa Letizia di Valle di Cadore (BL) dal 17 al 24 Agosto 2019
Tema della settimana: Famiglia che coltiva e promuove la fede.
Relatore: don Daniele Vettor
Info / prenotazioni: Fiorenza e Antonio Bottero Tel.: 3756066265 – 3405195718 Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.