Busseremo e troveremo
Una storia d'amicizia ci insegna come pregare, una vicenda di affetti è il segreto della preghiera. Amico, prestami tre pani! Non per me, ma per un amico. Un uomo è uscito nella notte, ha camminato fino alla casa dell'amico, bussa e non chiede per sé, ma per un altro amico che a sua volta ha camminato nella notte, come in un girotondo. Da duemila anni ripetiamo il Padre Nostro, ma non siamo diventati fratelli e il pane continua a mancare. Una domanda enorme corrode le nostre preghiere: Dio esaudisce? Sì, ma non le mie preghiere, bensì le Sue promesse, perché egli si coinvolge, intreccia il suo respiro, mescola le sue lacrime con le mie. Dio vive con me, mi ama, e proprio per questo perdona i miei errori, toglie ciò che mi pesa sul cuore e lo imbruttisce, ciò che di me ha fatto male agli altri, ciò che degli altri ha fatto male a me. Chiude le ferite che io ostinatamente mantengo aperte. Il perdono non è un colpo di spugna sul passato, è un vento che spiana il futuro, insegna respiri. E noi che ora lo conosciamo, facciamo lo stesso con gli altri e con noi stessi, per tornare a vivere di pace. Non abbandonarci alla tentazione. Non chiediamo l’esenzione dalla prova, ma di non essere lasciati soli a lottare nel giorno del buio. E dalla sfiducia e dalla paura tiraci fuori; e da ogni caduta rialzaci. Anche se la porta è chiusa, anche se Dio sembra muto, anche se la fiducia si fa difficile, oltre la porta inizia il canto dell'amicizia. Quella porta non è lontana, è alla latitudine del cuore.
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