San Rocco di Montpellier: pellegrino e taumaturgo francese

Creato: Giovedì, 30 Luglio 2020 Pubblicato: Giovedì, 30 Luglio 2020

PREGHIERA A SAN ROCCO

Glorioso San Rocco, ti ringraziamo perché per la tua carità ci ricordi che Dio sta vicino a noi quando ci colpisce il dolore e la malattia. Aiutaci a vivere queste situazioni con serenità e pace, ringraziando l’aiuto di chi ci sta vicino. Che non perdiamo di vista che la vita è avanzare per il camino di Gesù Cristo, servendo e amando i più bisognosi. E intercedi, presso Dio, perché i nostri sentimenti e le nostre azioni siano sempre a favore della dignità umana e del bene della società. Per Cristo Nostro Signore.

Amen.

 

San Rocco di Montpellier presenta molti tratti in comune con San Francesco d’Assisi, del quale fu un devoto e fervente epigono. Anch’egli era ricco di nascita, baciato dalla fortuna con un aspetto avvenente, una mente ricca e viva, alimentata dagli studi universitari e da una curiosità naturale per il mondo. Fin da giovanissimo, Rocco manifestò una devozione sorprendente. Educato e incoraggiato dalla madre, donna pia e devota a sua volta, decise ben presto di dedicare la propria vita alla preghiera e soprattutto al bene degli altri. La sua vicenda umana si dispiega nell’Europa della metà del 1300, funestata dal flagello della peste. Questo giovane uomo dall’aspetto delicato, come lo raffigurano i dipinti e le statue di San Rocco ancora visibili nelle chiese di tutto il mondo, non esitò a lasciare la sicurezza della casa paterna per mettersi in viaggio e portare conforto e salvezza agli ammalati e ai sofferenti. Fu in Italia che le sue doti taumaturgiche si manifestarono: bastava il tocco della sua mano benedetta per guarire i malati abbandonati dai loro stessi parenti. Le statue di San Rocco lo rappresentano in veste di pellegrino, con il tabarro, il cappello a tesa larga, un bastone da viaggio a cui erano assicurate conchiglie per raccogliere l’acqua e una zucca vuota per conservarla, la bisaccia a tracolla. Altre statue di San Rocco lo raffigurano mettendo in evidenza le sue doti di guaritore: egli era anche un ex studente di medicina, e così viene presentato con in mano le lancette che venivano utilizzate per incidere i bubboni della peste. E dal momento che anche lui venne contagiato, a un certo punto, viene presentato anche con i segni del morbo, una ferita sulla coscia che sembra stillare sangue. Si dice che egli avesse una voglia a forma di croce sul petto, all’altezza del cuore. Per questo i ritratti di San Rocco presentano spesso questo particolare decoro sugli abiti del Santo. Sempre nelle raffigurazioni di San Rocco troviamo un angelo e un cane: entrambi confortarono il Santo durante la malattia, il primo promettendogli la guarigione, il secondo portandogli ogni giorno un tozzo di pane perché potesse sostentarsi. San Rocco tornò in patria e venne imprigionato dai suoi stessi parenti che, non riconoscendolo, lo scambiarono per una spia. Fu solo dopo la sua morte avvenuta in prigione che il riconoscimento avvenne. Accanto al proprio corpo il Santo aveva lasciato una tavoletta con la scritta: “Chiunque mi invocherà contro la peste sarà liberato da questo flagello.” Per questo ancora oggi egli è patrono dei Malati infettivi, degli Invalidi e dei Prigionieri.

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