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Celebrazioni per il nuovo altare della chiesa di Vallà

Un tempo nella parrocchia il campanile, oltre ad avere la funzione di accogliere le campane e di propagarne il suono il più distante possibile, aveva anche la funzione simbolica di stabilire l’identità di quella porzione di chiesa lì raccolta. Espressioni come “stare all’ombra del campanile” o “campanilismo” dicevano un fortissimo senso di appartenenza ad un territorio o ad una realtà sociale come la parrocchia. Il risvolto negativo svelato da queste espressioni sta invece nel fatto che, nel tentativo di conservare l’identità di un popolo si rischia di creare delle profonde chiusure che non permettono un dialogo fecondo con chi abita vicino o con il vasto mondo al quale si appartiene. Nella realtà delle collaborazioni l’identità delle parrocchie è rimasta forte ma con essa si è rafforzato il dialogo con il resto del mondo. Un po’ alla volta stiamo imparando a dialogare e a collaborare insieme per la realizzazione del regno di Dio, il quale è un regno di amore e di pace. In questo nuovo clima si inserisce il progetto dell’adeguamento liturgico, ovvero creare un simbolo stabile che renda chiaro chi è il centro della nostra vita spirituale e qual è la nostra missione. Cristo risorto è il centro e il punto fermo di tutto il nostro essere e la comunione tra noi è l’obiettivo unico del nostro agire. L’altare e l’ambone con il prolungamento dello spazio celebrativo sono stati progettati dall’architetto Sparisi Giorgio e realizzati dalla ditta Tecno marmi di Caselle di Altivole. Il desiderio di poter realizzare l’adeguamento liturgico e così creare una zona celebrativa più adatta alla chiesa del novecento risale ancora al parroco emerito e defunto don Giuseppe Zottarel. Don Angelo, poi, aveva commissionato sempre all’architetto Sparisi la progettazione di un prolungamento del presbiterio e la realizzazione di un altare e ambone in pietra. Nonostante il progetto rispondesse alle esigenze liturgiche, la Sopraintendenza ha ritenuto tale progetto troppo impattante e incapace di conservare la lettura del presbiterio settecentesco. A questo punto, in accordo con la Sopraintendenza e con l’ufficio diocesano di arte sacra si è trovata questa soluzione che cerca di soddisfare sia le esigenze storico-artistiche, sia le esigenze liturgiche e pratiche. La nuova zona celebrativa risulta essere ad un livello inferiore rispetto al precedente presbiterio per creare una distinzione tra il vecchio e il nuovo senza tuttavia creare un distacco netto. L’altare e l’ambone realizzati in marmo bianco con venature color oro denominato bianco “Lasa” offrono l’idea di un elemento compatto, minimalista e solido nel tentativo di richiamare la solida roccia di Gesù Cristo sulla quale si fonda la Chiesa come ben ricorda San Pietro nella sua prima lettera: “Stringendovi a lui, pietra viva, rigettata dagli uomini, ma scelta e preziosa davanti a Dio, anche voi venite impiegati come pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale, per un sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio, per mezzo di Gesù Cristo” (1 Pt.2,4-5). Questi due elementi, ambone e altare, presentano due spaccature dorate che si incontrano in un punto immaginario e rappresentano la luce della risurrezione che irrompe dalla pietra del sepolcro, e la forza della Parola di Dio già predetta dal profeta Geremia al capitolo 23:”29La mia parola non è forse come il fuoco - oracolo del Signore - e come un martello che spacca la roccia?”. Sull’altare la spaccatura è incrociata da un’altra fenditura che va a formare una sorta di croce, simbolo della nostra identità di cristiani e trapassa da parte a parte il monolite. La spaccatura dell’ambone è incorniciata da un’alfa e un omega, prima e ultima lettera dell’alfabeto greco ad esprimere quanto detto dall’Apocalisse al capitolo 22,13 a proposito di Gesù Cristo: “Io sono l’Alfa e l’Omega, il primo e l’ultimo, il principio e la fine”. La sede è stata realizzata in legno dalla ditta CBM e non in pietra per avere la possibilità di poterla spostare a seconda delle esigenze liturgiche. Sullo schienale porta il simbolo con il monogramma greco di Cristo e riproposta l’Alfa e l’Omega. L’augurio per la nostra comunità parrocchiale di Vallà è che la realizzazione di questo nuovo altare, centro della celebrazione eucaristica, attorno al quale si riunisce l’assemblea, diventi un riferimento spirituale per creare unità e per riconoscersi tutti fratelli chiamati all’amore e all’annuncio del Vangelo di Gesù Cristo, secondo quanto potrà suggerirci il cammino sinodale da lei, padre Agostino, avviato in questo tempo nella nostra diocesi di Treviso. Un grazie particolare va a tutte le persone che hanno collaborato generosamente alla realizzazione di questo altare e a tutti i benefattori. Il Signore ricolmi di grazia tanta generosità.