13 giugno: festa di Sant'Antonio
Il santo delle piccole grandi cose
Antonio è un santo molto amato e conosciuto, patrono non solo della città di Padova, che custodisce le sue spoglie mortali, ma anche di molte altre città e Paesi sparsi in tutto il mondo, come Brasile e Portogallo - è nato a Lisbona nel 1195 - nonché della Custodia di Terra Santa. I fedeli imparano a onorarlo fin dall’infanzia, quando i nonni o i genitori regalano piccoli panini profumati e raccontano i suoi miracoli straordinari: la mula che si inginocchia di fronte al Santissimo convertendo un uomo che non credeva nell'Eucaristia, i pesci palpitanti sul pelo dell’acqua intenti ad ascoltare le sue parole, il Bambino Gesù che appare ad Antonio in tutta la sua luce... I suoi miracoli sono così tanti da destare meraviglia: “Troppa grazia sant’Antonio!” si usa dire. Eppure il suo esempio dimostra che la fede non scaturisce dal miracolo, se mai è il contrario: è la fede che lo genera, è il segno della partecipazione di Dio alla nostra vita, che non manca di mostrarci nel mondo il preludio di ciò che sarà eterno, immenso, straordinario.
Un santo antico ma così moderno
Antonio è un santo antichissimo e allo stesso tempo un uomo sempre contemporaneo a ciascun tempo che attraversa il mondo. Quest’anno, Papa Francesco ha inviato una lettera al Ministro Generale dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali Carlo alberto Trovarelli, in cui parla del viaggio di sant’Antonio dal Portogallo al Marocco e alla Sicilia, come “simbolo del proprio itinerario spirituale di conversione”. Durante questo cammino, lungo le coste italiane, fa esperienza del naufragio, proprio “come accade oggi a tanti nostri fratelli e sorelle”, scrive Francesco che fa riferimento a quella che è la caratteristica saliente dell’uomo e specialmente dell’uomo moderno: l’inquietudine, che però in Antonio si traduce in sete di Dio. Papa Francesco augura ai francescani, ma anche a tutti noi, “il desiderio di sperimentarne la stessa santa inquietudine che lo condusse sulle strade del mondo per testimoniare, con la parola e le opere, l’amore di Dio. Il suo esempio di condivisione con le difficoltà delle famiglie, dei poveri e disagiati, come pure la sua passione per la verità e la giustizia, possano suscitare ancora oggi un generoso impegno di donazione di sé, nel segno della fraternità. Penso soprattutto ai giovani: questo Santo antico, ma così moderno e geniale nelle sue intuizioni, possa essere per le nuove generazioni un modello da seguire per rendere fecondo il cammino di ciascuno”.